Malagò: «Abbiate coraggio e determinazione, il vostro è un fine nobile»
Il presidente del Coni Giovanni Malagò sostiene le iniziative della nostra Fondazione, sempre in campo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e – più in generale – della salute degli atleti che praticano lo sport a livello agonistico e non. Il Premio “Andrea Fortunato”, ad esempio, è giunto quest’anno alla sua decima edizione. E a parlare di questo consueto appuntamento, che si celebra nella Sala Giunta del CONI presso il Foro Italico a Roma, è proprio il numero uno dello sport italiano. Di seguito si riporta il testo integrale dell’intervista.
Presidente, lei ha aperto le porte del CONI – quale casa dello sport di tutti gli sportivi italiani – a tante iniziative sociali, tra cui quella relativa al Premio “Andrea Fortunato”. Qual è il suo pensiero a riguardo?
«Io e il Comitato che rappresento siamo molto sensibili a certe tematiche e pensiamo che ospitare questo tipo di eventi sia per noi un particolare motivo di orgoglio, poiché costituisce un’occasione di riflessione e di ricordo, oltre che un’opportunità di approfondimento finalizzata alla crescita e alla promozione del movimento».
Il Premio “Andrea Fortunato” (esteso anche al ricordo di Morosini e Falzetti), giunto alla sua decima edizione, è legato anche a un’altra iniziativa portata avanti dalla nostra Fondazione, quella relativa al “Passaporto ematico”, cui lei ha aderito fin dall’inizio con grande entusiasmo: perché?
«Conosco bene l’iniziativa e ne ho condiviso lo spirito e la finalità perché si devono mettere in atto tutte le misure finalizzate a favorire un discorso di prevenzione, che va oltre lo sport e che investe la vita dei ragazzi. È un fattore di civiltà e di tutela allo stesso tempo».
La sua vicinanza alla nostra Fondazione ha avuto modo di dimostrarla anche in occasione dell’ultimo anniversario del compleanno di Andrea Fortunato (26 luglio scorso), data in cui sono stati intitolati i campetti e la tribuna del Futsal Park di Nocera Inferiore a Fortunato, Falzetti e Morosini: segno che crede nella genuinità della nostra attività sociale?
«Sono rimasto favorevolmente colpito dalla passione e dalla determinazione con cui portate avanti la vostra mission, fedeli a un impegno che non è mai venuto meno. Credete fortemente nell’obiettivo, avete coraggio, riuscite a sviluppare iniziative meritevoli di attenzione. È un’attività che persegue un nobile fine e vi riunisce, favorendo l’aggregazione, in onore di atleti cui il cinico destino ha sottratto il futuro, regalandoci la possibilità di omaggiarne il ricordo con un obiettivo: evitare che si ripetano certe tragedie».
A questa sua personale sensibilità va aggiunto l’impegno di tutto il CONI nel patrocinare le iniziative della nostra Fondazione.
«Il CONI crede nel valore della prevenzione e di ogni iniziativa che favorisca, con argomenti solidi e idonei, un percorso di crescita del sistema sotto ogni profilo. Per questo abbiamo patrocinato la vostra attività, orientata a favorire un’implementazione delle garanzie per gli atleti. La salute è una priorità ineludibile».
In conclusione, apprendiamo dai media che a breve potrebbe ricoprire un ruolo di primo piano all’interno del CIO (Comitato Olimpico Internazionale). Come si sente?
«La decisione sarà presa il 9 ottobre nella prossima sessione CIO. Per quanto mi riguarda, è un grande onore essere stato proposto come membro individuale: ringrazio il presidente Bach per la fiducia che ha riposto in me. È un riconoscimento per il mio Paese e per il mondo dello sport che ho sempre amato e che continuerò ad amare per sempre. Sarà un ruolo che mi consentirà di essere ancora più vicino alle grandi sfide che attendono l’Italia a livello internazionale».
Giovanni Calenda